Ieri abbiamo fatto un’altra esperienza di conoscenza e confronto intorno al tema della salute e cura della voce e ancora una volta alcune riflessioni mi sembrano doverose.
La prima riguarda l’osservazione di una paziente, un maestra di canto lirico afflitta dalla didattica a distanza e dalla difficoltà di convivenza con queste distanze apparentemente ridotte dalla tecnologia. Nello specifico la comparsa di costrizione e affaticamento della gola anche solo dopo alcune ore di solo ascolto. Un fenomeno che merita un approfondimento e che si collega al problema che compare nei giovanissimi gamers che nel loro concitato silenzio (più o meno) di fronte allo schermo emettono suoni gutturali e “strozzati” che generano un sovrauso che porta ad una aumento delle disfunzioni.
La seconda riflessione è riguardo alla cultura della salute della voce per i docenti delle scuole. La paziente, giovane appassionata maestra di scuola elementare, ha sottolineato il fatto che i due (DUE!) consigli dati su igiene vocale e su esercizi di riscaldamento e di respirazione, sarebbero oro per i giovani studenti che voglio intraprendere la carriera di insegnante. In effetti le patologie da surmenage sono molto frequenti nel corpo docente e oggetto di attenzione anche dal punto di vista medico-legale. Sarebbe davvero utilissimo introdurre lezioni di anatomia, fisiologie ed ergonomia della voce nei programmi di studio come materia fondamentale per la salute dell’operatore e, non ultimo, l’efficacia dell’insegnamento.
L’ultima riguarda il punto per noi importantissimo che è il concetto di consapevolezza in relazione con la tecnica. Con alcune cantanti meno esperte abbiamo confermato il fatto che gli equilibri del corpo, la percezione degli stessi e la precisione con cui si possono modulare gli stati tensivi, sono una base fondamentale per interiorizzare fin da subito le tecniche migliori per controllare alcuni elementi base (appoggio, sostegno…).
Il lavoro in team potrebbe risolvere moltissime difficoltà che, in alcuni casi, si protraggono per mesi se non per anni, mettendo a rischio la continuità o la resistenza dell'allievo nel suo percorso formativo.
Se tu che stai leggendo hai esperienze e commenti da condividere fai pure.
Il confronto è per me indispensabile e utilissimo.
Grazie alle pazienti che si sono prestate per questa esperienza e grazie a Erica e Gianluca per il loro contributo e la loro voglia di mettersi in gioco.
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