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PLAGIOCEFALIA cos'è e perche va trattata.

Nelle prime settimana di vita del neonato può capitare che la testa non abbia una forma tonda e armonica ma che presenti una certa depressione da un lato a livello della nuca, un appiattimento.

Questa condizione viene detta PLAGIOCEFALIA, condizione che annoveriamo accanto a BRACHICEFALIA (testa piatta posteriormente e più larga) e SCAFOCEFALIA (cranio allungato sul suo asse longitudinale) nell’elenco delle più comuni alterazioni di forma del cranio del lattante.



Può essere una condizione primaria (molto rara, più grave detta pl. sinostosica) ma più frequentemente è secondaria a forze, esterne o interne, che modificano nel tempo la disposizione delle ossa del cranio.

La diagnosi viene fatta dal pediatra ma la conoscenza da parte dei genitori di questa condizione può accelerare la presa in carico.


LE FONTANELLE

Il neonato può passare attraverso lo stretto canale del parto grazie alla possibilità di deformare il cranio per la presenza di una grande quantità di tessuto cartilagineo che unisce gli spazi tra le (immature e incomplete) ossa che vanno comporre la volta cranica.

Questa plasticità (che permette al cranio di quadruplicare il suo volume nei primi due anni di vita, rende però la testa vulnerabile rispetto alle forze deformanti.

La prima è la gravità: più il bimbo fissa la posizione del capo maggiore sarà la possibilità che nellìare dai appoggio si crei una depressione.

Alcune forze “intrinseche” invece possono derivare da tensioni fasciali, muscolari o membranose legate alla vita intrauterina e al parto e che il bimbo non riesce a risolvere per portarsi in una condizione neutra. Questo lo obbliga a tenere, per esempio, il capo o il tronco più facilmente inclinato da un lato.

Questa iniziale limitazione del movimento crea la “preferenza” a rimanere con la testa in un certo modo e a generare la pressione ripetuta sulla testa con conseguente deformazione.



In questi casi, in cui le tensioni non sono bilanciate, la valutazione e il trattamento osteopatico possono essere di grande aiuto e di supporto ad una attività di cura e prevenzione fatta di buone abitudini e accorgimenti a casa.

Il trattamento osteopatico pediatrico tende a normalizzare le tensioni e recuperare l’allineamento funzionale. Ciò significa che il primo obiettivo del trattamento è assicurarsi che ciò che viene coinvolto in queste sindromi funzioni regolarmente e permetta un corretto sviluppo psicomotorio. La funzione corretta permetterà un corretto ritorno alla forma armonica.

COSA FARE A CASA?

I consigli e gli accorgimenti sono diversi:

Prima di tutto diagnosticare il tipo di disturbo grazie ad una valutazione del medico pediatra.

Posizionare il bimbo a pancia in giù nei momenti di veglia (e con supervisione) con eventuali stimolazioni visive e uditive. (Tummy Time nell'articolo scritto qualche settimana fa).

Alternare i lati di allattamento al biberon e anche al seno (stimolando il lato non preferito)

Posizionare oggetti, suoni, luci e tutto ciò che attrae l’attenzione del bimbo in modo da far ruotare il capo dal lato opposto a quello preferenziale




La plagiocealia purtroppo può arrivare ad assumere un quadro grave e può necessitare di molto lavoro manuale e di stimolazione fino all’utilizzo di un apposito caschetto (che resta una scelta difficile e non sempre di facile realizzazione/utilizzo).



Cosa comporta la PLAGIOCEFALIA? Perché si deve trattare?

Prima di tutto le ossa del cranio definiscono spazi all’interno dei quali risiedono o passano strutture vascolari e nervose. Le stesse che poi nutrono e governano funzioni come la vista, l’udito, la deglutizione, la masticazione e la fonazione.

Inoltre una asimmetria della libertà della testa preclude l’esplorazione dello spazio esterno (il mondo) in maniera completa e una alterazione della percezione del proprio corpo (vedo più spesso una parte di me, preferisco usare quella).

Solo per citare un paio di motivi.


Non è ancora scientificamente confermato che la presenza di una deformazione della volta cranica e della base cranica possa essere predittiva per alcuni disturbi nell’adulto ma è plausibile pensare che uno scorretto allineamento e una asimmetria di alcuni elementi del cranio (vedasi l’osso temporale su cui fa leva la mandibola, i mascellari che formano il palato, le ossa che formano l’orbita…) possano essere poi predisponenti ad adattamenti e asimmetrie della postura e di alcune funzioni (occlusione, vista ecc)



Il mio consiglio è quello di non attendere ponendosi il dubbio se valga la pena o no fare una valutazione pediatrica e poi osteopatica. Il tempo in questo caso è tiranno e prima si interviene meglio si riesce ad affrontare il percorso.





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