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osteopatadellacqua

Il dolore alla spalla

La frequenza con cui questo quadro doloroso si presenta in studio è abbastanza rappresentativo della casistica a livello nazionale. Circa tre persone su 10 hanno sofferto almeno una volta nella vita di dolore alla spalla.

Vista la sua particolare conformazione che le conferisce enorme ampiezza di movimento è abbastanza facile che il complesso sistema di equilibri muscolari che governa un meccanismo articolare con molti snodi poco stabili vada incontro a compensi e adattamenti a seguito di traumi, sovraccarichi, chirurgia.



Credo sia davvero riduttivo pensare alla spalla come una semplice articolazione.

Grazie alla sua estrema mobilità ci permette di fare movimenti estremamente ampi proprio perchè la sua meccanica è costituita da tanti elementi con pochissimi vincoli articolari e molto, moltissimo controllo muscolare.


Come sarà facile immaginare questo equilibrio instabile che ci permette tanta libertà può incepparsi anche con estrema facilità.

Fortunatamente il nostro magnifico corpo ha sempre molte carte da giocare quando si trova in difficoltà e "sposta" gli equilibri quel tanto che basta per permetterci di fare quel che vogliamo senza sentire troppo fastidio.

Ecco che compaiono compensi e adattamenti, strategie che però nel lungo periodo possono portare a dolori legati a irritazione, infiammazione, usura, rottura...


Ai pazienti dico spesso che se non c'è stato un trauma recente o un evento che ha stravolto in maniera repentina gli equilibri della spalla o dei territori funzionalmente e anatomicamente legati ad essa, il dolore che sta provando è l'ultimo stadio di un lungo lavoro di tentativi, di correzioni, compensi e adattamenti che il corpo messo in atto.






Non ci si deve stupire quindi che a volte il trattamento diretto al sintomo non sia efficace. Allo stesso modo è piaciuto chiaro capire come mai il terapista si interessi di eventi quali interventi chirurgici, ortodonzia, traumi cervicali e altro ancora.


Il recupero di una funzionalità efficiente passa quindi anche dal recupero di risorse da altri distretti (sempre ricordandoci che il corpo sia un'unità funzionale), magari in quel momento meno "accesi" dal dolore, ma comunque influenti.


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