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Cervicalgia e respirazione disfunzionale


Questa settimana ha visitato un paziente che si è presentato per una dolore cervicale con formicolii alla mano e al braccio destro. Nella sua storia più recente un ricovero per insufficienza respiratoria da Sars-cov2, nella sua storia più remota una artrosi cervicale diffusa per lo più asintomatica.

Nessuna riferimento a traumi diretti al collo o alla spalla destra. Il concetto che sta alla base della valutazione è sempre: cosa ha reso il sistema intollerante al carico e alla gestione delle richieste (di vita quotidiana in questo caso)?

in questi casi il primo pensiero va alla zona cervicale ma quella condizione di artrosi (usura) era già presente prima ed era o asintomatica o assolutamente tollerabile.


COSA È CAMBIATO?

Facciamo una piccola introduzione: La respirazione fisiologica a riposo prevede un lavoro esclusivo del diaframma che in inspirazione “gonfia” l’addome con poco ingaggio del torace ed in espirazione gode del semplice ritorno elastico con un rilascio dei tessuti.



Il paziente (post covid ma questa dinamica è presente in molti soggetti che hanno insufficienza respiratoria) inspira quasi esclusivamente con il torace con enorme sforzo della muscolatura accessoria (soprattutto al collo) e espelle l’aria forzatamente alla fine dell’atto espiratorio contraendo in maniera disorganizzata i muscoli dell’addome.


Ecco uno dei possibili motivi che ha portato il collo e la spalla del paziente a soffrire di un carico eccessivo e iniziare a manifestare un sintomo doloroso .


Questa meccanica è molto dispendiosa e il paziente la utilizza per superare la difficoltà di gestire un tessuto polmonare con una ridotta elasticità e funzionalità (compliance) dovuta proprio alle lesioni che una polmonite può lasciare. Una volta raggiunta la massima salute del polmone (che spesso non è quello pre malattia) il paziente deve fare i conti con la rigidità e gli schemi compensatori instauratisi per sopravvivere.


Il trattamento fisioterapico e osteopatico insieme possono agevolare il ritorno al massimo della funzionalità (tenendo sempre conto delle risorse residue del soggetto) in un percorso che preveda da un lato il ripristino della massima capacità ventilatoria con un ricondizionamento degli schemi respiratori e dall'altra la liberazione dei vincoli meccanici (muscoloscheletrici e fasciali) e la promozione della salute anche negli altri distretti corporei.


LA RESPIRAZIONE COME ELEMENTO CARDINE

Questo caso è eclatante perchè a seguito di una patologia difficile, complessa e drammaticamente attuale ma le alterazioni nella dinamica respiratoria sono molto frequenti. Traumi, cicatrici post chirurgiche, aderenze post infettive e persino lo stress possono influire sulla libertà dei singoli elementi coinvolti. Le conseguenze possono coinvolgere funzioni come la fonazione e il canto ma anche la libertà della cervicale o della lombare con tutti i sintomi conseguenti.



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